Perché i tuoi bambini manifestano tensione e capricci all’uscita da scuola? Cosa fare quando ogni scusa è buona per lamentarsi, opporsi, piagnucolare? Prima di tutto, non preoccuparti, è una situazione molto frequente e del tutto normale: i tuoi bambini sono solo stanchi e troppo sollecitati, stanno vivendo un piccolo momento di burnout! E i bambini in burnout scolastico hanno bisogno di staccare la spina e di spegnersi per un po’ prima di continuare a giocare e a comunicare serenamente con te.
Anche i bambini vanno in burnout
“Ciao, come è andata oggi? Non mi ricordo mamma, non lo so, non abbiamo fatto niente!”. Ma è davvero così? Davvero hanno la memoria così corta? O c’é dell’altro?
Una giornata attiva, divertente, stimolante, è sicuramente interessante. Trasmette molte informazioni, tante sollecitazioni, sia corporee che mentali, attiva emozioni continue. È ciò che ci rende vivi, persone attive, curiose del mondo e interessate agli altri, ed è una cosa piacevole. Ma inevitabilmente anche stressante
Nei bambini ipersensibili, una giornata tanto intensa potrebbe essere un po’ troppo. L’eccesso di stimoli genera dei momenti di burnout, anche nei bambini più piccoli.
Gli eccessi vissuti dai bambini, all’asilo o a scuola, sono tanti:
Eccesso di informazioni
Le informazioni posso essere troppe e tutte insieme, c’è il rischio di confondersele, di non ricordare bene tutti i passaggi, da dove provengono. Immagazzinare tutto correttamente richiede un grosso sforzo
Eccesso di stimolazioni corpore
Le sollecitazioni fisiche sono sicuramente intense: il calore eccessivo di essere seduti accanto al calorifero, il rumore costante della vivacità dei bambini o il rimbombo delle mense scolastiche, i fiumi di parole che si assorbono di continuo, la fame in attesa della merenda, le sudate correndo in cortile nell’intervallo. Tutte situazioni che generano scompensi e rendono più suscettibili anche emotivamente
Eccesso di emozioni forti
Immagina quante volte i tuoi figli, in un contesto comunitario di 25/30 bambini di tutti i tipi, ogni giorno deve fare i conti con “mio/tuo”, “prima tu/prima io”, “voglio/non posso”, “ho fame/non è ora di pranzo”, “non ho sonno/devo dormire”,etc etc. Quante sollecitazioni emotive pensi che si attivino ogni 5 minuti? Continue! Faticose e difficili da gestire per chi sta ancora imparando a fare i conti con se stesso e il mondo che lo circonda. Sicuramente troppe.
Cosa ti sta dicendo, in realtà, tuo figlio?
Cosa fare quindi quando i tuoi bambini sembrano rifiutare il contatto, chiudono le porte comunicative e si dimostrano infastiditi da qualsiasi sollecitazione?
Per rispondere a questa domanda basta tradurre la frase “Non lo so, non mi ricordo, non abbiamo fatto nulla” con ciò che davvero vuole dire realmente
In questa situazione, è probabile che tuo figlio ti stia dicendo:
“Mamma, la giornata è stata davvero intensa, abbiamo fatto talmente tante cose che ora quasi non me le ricordo più; ho mangiato nel rumore, ho giocato con tantissimi amici, ogni volta diversi, ho ascoltato le loro chiacchiere e le parole delle maestre. Ho giocato nel salone e sono andato in bagno dove c’era la finestra aperta e avevo freddo. Ho dormito sulle brandine mentre il mio compagno piangeva perché voleva la mamma. Ho scritto in corsivo dieci righe di dettato e quasi mi faceva male la mano per lo sforzo. Ho avuto un battibecco con la maestra perché non mi ascoltava e parlava solo con gli altri compagni. Ho litigato con la mia migliore amica perché non avevo voglia di giocare con lei nella casetta.
Insomma, mamma, ho fatto mille e mille cose. Non è vero che non ho fatto niente e non ricordo nulla. Ma è vero che ho fatto troppo, ho la testa piena piena , il cuore straboccante e il corpo che chiede riposo. In questo momento non ho voglia di aggiungere altro. Tu sei il mio faro la mia luce il mio nido, accoglimi tra le tue braccia con rispettoso silenzio. Baciami e abbi la pazienza di aspettare il momento giusto. Permettimi di sfogare la mia stanchezza con qualche “capriccio”.
Non calcare la mano anche tu. Lasciami stare, non parlarmi, non caricarmi di altre iniziative, compagni, parole. Aiutami a decomprimere. Aiutami a scaricare il peso degli eccessi, regalami il silenzio per ricaricare le pile e non esplodere contro il mondo. Sono sicuro che dopo, quando la tensione è passata e gli stimoli diminuiti andrà meglio e sarò pronto per raccontarti tutto e chiedere il tuo aiuto e ascoltare i tuoi suggerimenti”.
Cosa fare quando tuo figlio è in burnout da asilo/scuola?
Prova a calarti nei suoi panni e pensa a te stessa quando arrivi a fine giornata, stanca e intollerante ad ogni benché minima sollecitazione. Quando si va in burnout, basta davvero poco per scoppiare.
Se continui ad insistere con le domande, a caricarlo di ulteriori sollecitazioni, rumori, parole, emozioni, rischi di peggiorare le cose e far traboccare il vaso.
Eccoti qualche suggerimento da attivare:
- Rispetta il suo bisogno di silenzio. Non parlare più, non chiedere, non raccontare. Semplicemente assapora un po’ di silenzio insieme a lui
- Non preoccuparti. questo silenzio non è una frattura tra di voi. Non è un silenzio freddo di distacco. Non ha nulla a che vedere con la vostra relazione e il vostro legame
- Abbraccialo. Usa i gesti per dimostrare il tuo affetto e la tua felicità nel ritrovarvi a fine giornata, senza esagerare e rispettando sempre il suo volere. Basta una carezza, uno sguardo, silenzioso
- Colma il suo bisogno di recupero e decompressione. Preparagli una merenda, vestilo comodo, concedigli di fare ciò che vuole, momenti di solitudine o il suo gioco preferito. Non interferire troppo. Piuttosto approfittane anche tu ed evita tu stessa di andare in burnout! Scopri qualche strategia utile, leggendo qui
- Aspetta il momento giusto. Apriti al dialogo e recupera il contatto comunicativo solo quando lo vedi pronto. Solitamente è lui stesso a venire da te iniziando a chiederti, raccontarti, desiderare di giocare con te etc. Accoglilo e asseconda il suo nuovo momento di energia e il benessere recuperato.
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E se ad essere in burnout sei anche tu? Scoprilo con il test “mamma in burn out”. A fine test potrai scaricare gratuitamente una guida di consigli pratici su misura per te.
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