Cosa fare se il tuo bambino piange al nido e tu pure? 5 consigli per vivere serenamente il distacco e l’inserimento al nido.
Asilo nido? Quando a piangere sei (anche) tu!
Il momento in cui ti trovi a lasciare il tuo piccolo per la prima volta tra altre braccia non è mai facile. Potresti sentirti in colpa, angosciata per il pianto, disorientata. Lui piange ma, spesso e volentieri, piangi anche tu.
Tranquilla, non sei l’unica! Ti spiego cosa succede e ti dò qualche suggerimento per sapere cosa fare in caso di panico.
1. Se ti senti vuota, riempiti di nuove emozioni
Potresti provare una sensazione di vuoto, di mancanza, come se ti togliessero un pezzo di corpo o di cuore e ti sentissi a metà. Quel peso tra le braccia, spesso faticoso, opprimente e troppo pesante potrebbe diventare improvvisamente un peso mancante.
A volte ci si sente cogliere da un vero e proprio attacco di panico, quasi mancasse l’aria tanto quanto il proprio bambino e ci si accorge di vivere in apnea, come sospese, per tutto il tempo (che sembra infinito) in cui il bambino sta senza di te.
La sensazione di vuoto e di mancanza ha bisogno di tempo. Non passa mai del tutto, ma ben presto si riempie di altro. Ci vuole pazienza e bisogna imparare a lasciarsi riempire da altro, ad accogliere nuove esperienze e nuove emozioni. Apri il tuo cuore e lascia spazio a nuove emozioni.
2- Se ti senti angosciata, accogli e supera il tuo dolore. Coraggio!
La cosa peggiore è vivere il pianto del proprio bambino.
Il pianto degli altri non colpisce nello stesso modo del proprio, questo è un pianto straziante, lacerante, un coltello che spacca il cuore in due senza filtri né anestesie.
E’ un colpo durissimo, senza se e senza ma. E fa un male cane anche se tutti tendono a smorzarlo, a non dargli troppo peso e a sminuire tutto.
Non sdrammatizzare, ma accogliere
In realtà non c’è nulla da sminuire o sdrammatizzare. Va semplicemente accolto, ascoltato, compreso e accettato.
E’ un dolore potente, che ti cambia dentro ma che, come tutti i dolori, va attraversato per lasciarselo alle spalle.
Non ha senso edulcorarlo, fare finta di nulla, sentirsi stupide perché si piange insieme al proprio bambino, o peggio, essere denigrate per questo.
Nessuna mamma dovrebbe sentirsi dire che il pianto del proprio figlio è una sciocchezza, che sono “tutte scenate” e “non succede nulla”.
Quello che succede è sicuramente una cosa forte, intensa, probabilmente nuova e inaspettata per entrambi.
Il dolore del distacco è un dolore vero, reale e faticoso da vivere e superare e come tale andrebbe trattato. Da te stessa, dalle educatrici, dai tuoi famigliari.
Attraversare il dolore per vincerlo e superarlo
Il dolore del distacco si supera vivendolo, entrandoci dentro a capofitto giorno dopo giorno, imparando a respirare insieme a esso e a lasciarlo entrare senza che devasti in due il cuore, comprendendo come lasciarlo scorrere nelle vene senza che ti avveleni.
Lascia andare le lacrime quando il tuo bambino non ti vede, parlane con qualcuno che non ti propini soluzioni ma che scoppi a piangere insieme a te. Semplicemente lascia fluire la tua fatica senza smorzarla a tutti i costi. Le tue risorse lavoreranno per te.
3. Se ti sembra una situazione più forte di te, tira fuori tutte le tue risorse! Ce la puoi fare!
Reagisci a questa situazione di confusione e di empasse con un po’ di forza e di coraggio. Raccogli le tue energie, imponitelo! Dopo le lacrime fai un bel respiro e provaci! Abbraccia il tuo bambino e ditevi: “Ce la possiamo fare”!
Abbi fiducia in te stessa e nelle tue risorse: ti soccorreranno presto, tu però attivale e lasciale lavorare dentro di te.
Il momento del ricongiungimento ti dimostrerà che potete farcela!
Non è un lavoro semplice ma il superamento quotidiano di questo momento rinforza giorno dopo giorno. Il successo quotidiano nel riuscire a lasciare il bambino, a salutarlo e ad accoglierlo con gioia, senza grossi strascichi, ti confermerà le tue enormi risorse, le capacità potenti che hai a disposizione per far fronte a questo dolore. E con esso anche il tuo bambino.
Lui vive la tua stessa trasformazione: vedere il tuo viso al ritorno, il tuo sorriso, la tua accoglienza serena, la tua calma lo riempiranno di forza e di fiducia e attingerà anche lui alle sue risorse e alle sue competenze. Diventando, giorno dopo giorno, sempre più sereno e fiducioso nel nuovo ambiente e nella nuova situazione.
4. Se ti senti in colpa, pensa ai tuoi obiettivi e al vostro futuro. Dai un senso alla tua fatica.
Il senso di colpa può distruggere anche la più bella delle esperienze perché la avvelena, la distorce, la modifica in negativo. Non lasciare che accada: il tuo bambino, per primo, se ne accorgerebbe e non saprebbe più cosa fare.
Se hai deciso di mandare il bambino al nido è perché c’è un motivo. Focalizzati su quello e non lasciarti travolgere dall’emozione negativa.
Solitamente, quando la scelta è dettata da motivazioni positive (desiderio di nuove esperienze per il bambino, ambiente più adeguato rispetto a quello familiare, desiderio di portare avanti il tuo lavoro con serenità e soddisfazione) il senso di colpa c’è ma gli altri obiettivi sono più forti e la loro positività compensa il dolore e la fatica.
Di solito questi sono i casi in cui mamma e bambino si adattano al nuovo contesto e alla nuova avventura in modo più veloce e sereno. Entrambi respirano obiettivi felici.
Nella peggiore delle ipotesi, invece, ti sei sentita costretta da situazioni contingenti imprescindibili (hai un lavoro che non puoi lasciare, i soldi ti servono, non sai dove lasciare il tuo bambino mentre non ci sei) e non hai avuto alternative, o se avessi potuto, avresti scelto altro.
Questa è la situazione più difficile e purtroppo, spesso, anche la più frequente.
Ripeti come un mantra infinito:
Non è colpa mia, avrei voluto altro ma sto pensando a ciò che potrò darti, grazie a questa situazione.
Potrò vivere adeguatamente perché il mio lavoro lo permetterà, potrò darti un’istruzione perché i soldi del mio stipendio ti sosterranno.
Non sarai piccolo per sempre e purtroppo non posso pensare solo a questi 2 anni, ma anche al futuro di tutta la nostra famiglia.
Coraggio, piccolo mio, ce la possiamo fare!
Superiamo insieme questa fatica e andiamo oltre questi inutili pensieri logoranti.
Trasformiamoli in positivo e viviamo al meglio questa avventura: magari, alla fine, scopriremo che fa bene ad entrambi!
Se il senso di colpa diventa troppo opprimente da inficiare tutto il percorso, chiedi aiuto subito. Lavoriamoci insieme se vuoi, sicuramente fa bene sfogare queste emozioni tanto pesanti.
5. Se senti di non avere fiducia nelle educatrici, chiarisciti subito le idee
Se hai dei dubbi riguardo alla struttura e alle educatrici, è bene chiarirsi subito.
E’ inutile proseguire un ambientamento in un contesto totalmente inadeguato, senza sentirti tranquilla delle persone cui affidi il tuo bambino.
La sua serenità passa attraverso la tua. Se tu hai dei dubbi ne avrà anche lui, se tu non ti fidi lui non lo farà nemmeno lui, se tu hai paura lui sarà terrorizzato.
Se la situazione è questa, fermati e rifletti, osservati dall’esterno delle tue emozioni.
Rifletti molto bene o chiedi aiuto a qualcuno che ti aiuti a farlo: cerca di comprendere bene, dentro te stessa, se questa mancanza di fiducia si fonda su dinamiche e problematiche reali, concrete e oggettive oppure se sono filtro delle tue emozioni negative e di una visione un po’ distorta della realtà.
Spesso le emozioni giocano brutti scherzi e vediamo nero anche quando è semplicemente un po’ meno idealmente colorato.
Se qualcosa non ti torna, non tenerti i dubbi per te. Meglio chiedere un colloquio subito, un confronto sincero e aperto con le educatrici o la responsabile per proseguire tutti serenamente.
Non lasciare che i dubbi serpeggino perché queste tensioni nascoste esplodono in fretta e in malo modo. Chiaritevi, chiedi, esprimi le tue preoccupazioni. Non aggredire subito senza conoscere e senza sapere ma semplicemente chiedi.
La maggior parte delle volte basta poco per sciogliere nodi nascosti e proseguire poi molto bene.
Se molte delle fatiche partono da te, dalle tue fragilità, dai tuoi sensi di colpa o dalle tue paure può essere utile parlane con qualcuno. Per costruire relazioni postive occorre anche dare fiducia e dare tempo al tempo. Io posso aiutarti a comprendere cosa stai vivendo per capire cosa davvero ti sta succedendo.
Questo articolo su come vivere al meglio l’ambientamento al nido ti può aiutare.
infine, se fai fatica a salutare il tuo bambino, fatti coraggio: è importantissimo
Lo so che è più facile andare via mentre non ti vede perchè sta giocando, senza che si inneschi il momento del pianto; che il suo pianto è devastante per il tuo cuore e che ti trafigge e vorresti evitarlo. Lo so bene.
Ma è molto peggio andare via facendo finta di niente. Quando si girerà per cercarti e non ti troverà più sarà in panico e il pianto sarà molto peggiore. Il disorientamento di un bambino che non sa dove è andata la sua mamma è tremendo.
Sapere che sta andando al lavoro e poi torna lo rende triste e dà origine al pianto, ma questo è un pianto comprensibile, sano e che va semplicemente lasciato andare. Il disorientamento del non sapere dove è la mamma e se tornerà è devastante invece.
Pensaci bene.
Qui trovi un mio articolo sull’importanza del saluto al nido. Dagli un’occhiata e, da domani, salutalo sempre! Coraggio, ce la puoi fare!
E in più: piccolo consiglio per le educatrici di nido di fronte a una mamma che fa fatica
Non sottovalutare mai la fatica della mamma!
Accoglila, rispettala, accetta la sua fatica, ascolta i suoi dubbi. Spesso potrebbe avere ragione e i suoi consigli potrebbero rivelarsi molto utili anche per te.
A volte ha solo bisogno di rassicurazione e di tempo. Non giudicare. Mai. Sostenerla in questo processo aiuta anche il bambino e migliora i momenti di permanenza al nido, anche per te.
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