Che cosa sono i codici educativi ? Come funzionano in famiglia? Per quale motivo è importante attivarli nel modo giusto e al momento giusto?
Che cosa sono i codici educativi?
Con codici educativi familiari si intendono le modalità educative che si mettono in atto nel crescere i propri figli. Sono i diversi atteggiamenti, stili, comportamenti e parole che si attivano nella quotidianità familiare.
I codici educativi sono di tipo materno e paterno. Questo non significa che appartengano necessariamente alla madre/donna e al padre/uomo. Possono esserci uomini padri che hanno come caratteristica prevalente un codice educativo materno e viceversa.
Il codice educativo materno si declina in queste modalità:
• Fusione
• Contenimento
• Accoglienza
• Accudimento
• Dolcezza
• Accondiscendenza
• Gratificazione
Il codice educativo paterno si può definire in questi termini:
• Separazione dalla fusionalità materna
• Introduzione di limiti e regole
• Spinta a uscire fuori e al fare
• Conquista di sé
• Presa di responsabilità
• Inserimento nel mondo sociale
Come funzionano i codici educativi in una famiglia?
Il codice materno risponde al bisogno di cura del bambino piccolo
Il codice educativo deputato alla cura, all’accoglienza e al contenimento viene definito materno proprio perché trova origine nel contenimento, concreto e non solo simbolico, del feto nel ventre materno e del bambino al seno, tra le braccia della madre e nelle cure che la madre, istintivamente e biologicamente, è predisposta ad attivare.
“Il codice educativo materno è la risposta ai bisogni di accoglienza, accudimento, cure prossimali, relazione affettiva continua e fisica del nascituro e del bambino nei primi 3 anni di vita”
Il codice paterno risponde al bisogno di definire se stesso nel mondo, tipico del bambino più grande e del ragazzo
Il codice educativo paterno è invece la risposta al bisogno, anch’esso istintivo, del bambino di uscire fuori dall’abbraccio materno, di staccarsi dal seno per camminare, esplorare, conoscere il mondo ed entrare in relazione con gli altri pari.
“Questo bisogno di uscire, esplorare, esprimere il proprio potenziale e diventare se stessi, per il bene comune, è essenziale nel bambino tanto quanto il bisogno di cura e accudimento per il neonato”
Per questo motivo, il codice materno e paterno devono essere presenti entrambi e collaborare con complicità e complementarità.
Cosa succede se manca uno dei due codici?
Cosa succede se il codice materno non si attiva al momento giusto?
Quando manca il codice materno il bambino piccolo rischia di sentirsi trascurato, solo e abbandonato con le conseguenze drammatiche che puoi immaginare.
Nel bambino più grande manca la possibilità di trovare conforto, un ristoro dalle fatiche della vita, un nido sicuro entro cui piangere quando le difficoltà sono troppo forti. Un nido accogliente che lo rinfranchi per poi ritrovare di nuovo la spinta vitale a proseguire a vivere.
Cosa succede se il codice paterno non si attiva al momento giusto?
Allo stesso tempo, se manca il codice paterno, il bambino non riuscirà a uscire dalla sua condizione infantile. Vivrà le connotazioni tipiche del bambino, l’egocentrismo e il narcisismo, e non imparerà la relazione coi pari all’interno di un contesto sociale nel quale esistono regole e limitazioni.
Oppure, la spinta interiore a conquistare se stesso e il proprio posto nel mondo lo spingeranno comunque a uscire dalla famiglia, ma lo farà senza avere un adeguato bagaglio di competenze e conoscenze.
Rischia quindi di vivere senza saper accettare le regole di civile convivenza, senza saper introiettare il bene comune come superiore al suo, mancherebbe di reale empatia e cercherebbe la sua narcisistica soddisfazione personale a discapito di quella degli altri.
Fortunatamente, è piuttosto facile che il bambino si trovi costretto a confrontarsi ben presto con la realtà della vita, indipendentemente dalle dinamiche che vive in famiglia, e se sarà fortunato ci saranno altri attori (insegnanti, educatori) in grado di trasmettergli il codice paterno. Anche se:
“Quello che si apprende in famiglia nei primi anni di vita è la base di ogni modalità di apprendimento e comportamento”
Impariamo quindi ad attivare i codici giusti al momento giusto, se vuoi possiamo farlo insieme con le mie consulenze pedagogiche!
La società, l’inversione dei codici e il disagio genitoriale
Purtroppo la società di oggi è schizofrenica nelle sue considerazioni e nelle “richieste” implicite che insinua nelle famiglie.
“La società odierna invita i genitori ad attivare un codice paterno nella madre che si prende cura del neonato e un codice materno nel padre che accompagna i figli più grandi nella vita”
Questa considerazione crea grossi problemi sia dal punto di vista educativo e affettivo nella crescita dei figli, ma anche grandi difficoltà emotive negli stessi genitori.
Il disagio della mamma
Se la mamma è stata adeguatamente supportata nella sua gravidanza, ha vissuto un parto rispettoso e la possibilità di un’accoglienza dolce per il suo bambino, attiverà immediatamente tutti quegli istinti biologici di accudimento, cura, dedizione nei confronti del figlio. Il quale, biologicamente predisposto a una relazione viscerale e affettiva con la madre, la ricambierà completandola.
Trasmettere a una neomamma il messaggio che il suo codice materno è errato, portatore di vizi e pratiche scorrette è drammatico.
Non uso mezzi termini, perché è proprio quello che accade. Un dramma. Una scissione schizofrenica di quelli che sono gli istinti biologici materni e la richiesta sociale opposta. Un scissione vissuta dalla madre come senso di colpa, fallimento, impossibilità di ottenere un positivo riconoscimento del suo neo-ruolo materno.
E in questa fragilità, lacerata tra il suo materno e il suo paterno, sente di non sentirsi adeguata da nessuna parte.
Il disagio nel bambino
In una situazione simile, quando una mamma attiva un codice paterno col neonato bisognoso di cure fisiche, prossimali e di contatto continuo, il piccolo viene deprivato di questa possibilità. Cresce lontano da un corpo fisico, perso in un mondo sconosciuto e si appresta a entrare nel mondo senza un bagaglio di sicurezze e di autostima adeguato.
Se invece, in una famiglia con un ragazzino, si vive costantemente una modalità educativa materna è probabile che il piccolo si senta perso in un mare di scelte e possibilità che non è ancora capace di comprendere e gestire, e questo lo manderà in crisi.
Il disagio del padre
Al padre, infatti, spesso si chiede di attivare ciò che a livello ormonale e istintivo possiede in modo limitato. Gli si chiede cioè di prodigarsi nella sua presenza fisica, nel dispensare cure prossimali, accudimento nutrizionale, contenimento fisico e gioco che, di fatto, nei primi anni di vita non gli sono congeniali.
Il giovane padre, affettuoso e desideroso di stringere una relazione con il figlio neonato, fa di tutto ed è bravissimo nel compiere gesti materni ma poi si dimentica di avere dentro di sé un codice paterno. O meglio, lo sente dentro ma lo tiene sopito. Lo sente in contraddizione con lo spirito di cura che sta attivando e rischia così di dimenticarlo.
Una famiglia confusa e infelice
La mamma, che è stata criticata per l’attivazione del suo codice materno, continua a perseguire il codice paterno andando contro il suo stesso istinto e perdendo quella possibilità di quell’amore incondizionato del figlio nei confronti della madre che la ripagherebbe delle tante fatiche fisiche ed emotive che la attraversano a ogni maternità.
Alla mamma manca quel contatto fisico, quei baci, quelle “coccole” di contenimento che non hanno altro valore se non quello di rafforzare il legame e sanare le fatiche di ogni giorno.
Le mancano da morire ma non può tornare indietro. Non può lasciarsi andare a questo affetto senza regole, perché lei stessa si è incarnata nella detentrice delle regole di casa e non può più esimersi da questo ruolo.
Il padre è ormai abituato alla cura prossimale, a quella fisicità del gioco, a quella presenza amorevole e accondiscendente, e agli occhi del figlio non riesce più ad avere quella autorevolezza che gli dovrebbe appartenere.
Sente di voler dare al figlio una spinta verso la vita, sente che deve prepararlo a ciò che lo aspetta nel mondo, alla relazione con gli altri pari, alle sfide della vita ma non sa più come fare.
Sia nella madre che nel padre di oggi si ritrova quindi un grande disagio interiore.
Una lotta dicotomica tra l’istinto di essere una cosa e il desiderio di seguire i modelli opposti, imposti dalla società.
Un padre che non fa il bagnetto al proprio neonato è considerato un padre assente, una madre che lascia il lavoro per accudire il figlio é considerata una perdente.
I codici educativi non sono una questione di genere
Ci tengo a sottolineare fin da subito che non stiamo parlando di condizione di genere e di ruoli materni e paterni in quanto femmine e maschi, né di famiglie tradizionali, allargate, omosessuali, ecc.
Quello che conta è che in ogni famiglia c’è chi detiene il codice educativo materno e chi quello paterno, ed è importante che si utilizzino prevalentemente l’uno o l’altro a seconda dell’età del bambino e della fase della sua vita, con un certo criterio.
Cosa fare dunque?
Facile dire: fai ciò che vuoi e segui il tuo istinto.
Non si è abbastanza forti per farlo.
Non lo si è quando si ha già un età matura e diversi figli, figuriamoci per una giovane coppia all’arrivo del primo figlio.
Tutti noi vogliamo fare il meglio per il bene dei nostri figli, leggiamo tutti i libri che troviamo e il nostro istinto deve necessariamente fare i conti con chi ci circonda e che di fatto ci dà, o meno, la cartina tornasole di ciò che stiamo facendo.
L’invito che ti faccio è quindi quello di imparare a conoscere questi codici, a riconoscerli dentro di te, a comprendere quale codice stai attivando in questa fase della tua vita e quale ti appartiene di più, così che tu riesca ad adeguare il tuo codice ai bisogni fisiologici di tuoi figlio a tutte le età del suo sviluppo. E questo dovrebbe valere anche per il tuo compagno.
Nelle mie consulenze pedagogiche posso aiutarti a trovare questo equilibrio e a mettere in ordine i codici educativi tuoi e della tua famiglia.
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