Scuola e Coronavirus: cosa succederà dopo la quarantena? Occorre pensare ad un nuovo modello scolastico che metta il bambino e gli insegnanti al centro.
Dubbi, paure, incertezze per il futuro. Ma se invece fosse una opportunità? Una meravigliosa opportunità di ricominciare a pensare. A pensare davvero e creare una nuova scuola fondata su un pensiero pedagogico profondo. Su una base filosofica, scientifica, e psicologica nello stesso tempo. Utopia? No, è un imperativo categorico!
La scuola ai tempi del covid-19: pessima
Metto subito in chiaro una cosa: le video lezioni, fatte in questo modo, non mi piacciono per nulla e credo che non servano ai nostri figli. Ma credo anche che tutto quello che è stato fatto prima sia altrettanto negativo. Non credo sia un bene ciò che si è tentato di mettere in atto per tamponare questa situazione ma mi piacerebbe poter considerare questa situazione come un’ opportunità di grande cambiamento e grande rivoluzione.
La scuola che abbiamo sempre avuto non era una bella scuola e non ne ho per nulla nostalgia.
Una classe di 25 bambini, con banchi e sedie, una lavagna e null’altro, non è ciò che serve ad un bambino. Una didattica basata su disegni, schede, fotocopie da colorare, parole da inserire non è l’ideale. Una scuola basata sull’insegnamento senza avere una solida base filosofica, senza un pensiero pedagogico di fondo, non la considero nemmeno scuola. Una maestra che non è anche educatrice, che si radica negli obiettivi di trasmissione contenutistica senza una conoscenza approfondita della psicologia infantile non la considero una maestra, bensì un mezzo di trasmissione di informazioni (e probabilmente molto poco efficace).
Questa non è la scuola che mi manca. Questa non è scuola .Questa, per quanto mi riguarda, può morire subito così come è. Piazza pulita.
Ciò che bisogna fare adesso è creare, rivoluzionare, sperimentare, modificare, l’istruzione, la didattica, l’insegnamento, lo stile educativo, finora improvvisato, perché inesistente. E non lo si può fare escludendo, ancora una volta, la pedagogia. Diventa un imperativo categorico.
Bisogna creare una nuova scuola sulla base delle neuroscienze, delle conoscenze psicologiche, del pensiero filosofico, e lo si deve fare attraverso la dimensione progettuale della pedagogia. Di quell’unica scienza, che è trasversale a tutte le altre e che , unica, sa creare, organizzare, far fiorire una nuova identità scolastica, che sia nello stesso tempo un contenitore di informazioni ma anche e soprattutto un luogo profondamente educativo.
U’identità che abbia degli obiettivi profondi, che alimenti nel bambino ciò che già gli appartiene: la curiosità, la voglia di sapere, scoprire, conoscere, fare, creare, modificare, plasmare il mondo. Una scuola che non ha paura di osare, che non ha paura di smuovere coscienze, di illuminare, di dare strumenti di comprensione della realtà.
Una nuova scuola è possibile?
La scuola è e dovrai puntare sulle persone che la compongono, non sui contenuti informativi.
Una scuola che vedrà al centro gli studenti, per quello che sono , nella loro individualità, nei loro talenti, nei loro originalissimi e unici stili. Con programmi di studio personalizzati, strumenti alternativi, dimensioni uniche
Con classi piccole, e un numero doppio di insegnanti perché è su di loro che bisognerà impostare la rivoluzione. Perché dovranno essere messi nelle condizioni di modificarsi dentro, e di dare, finalmente, voce alla loro stessa originalità, alla loro stessa creatività, soffocata, stressata, lobotomizzata da un sistema che ha ucciso loro, per primi,.Insegnanti che saranno incentivati a essere ciò che hanno sempre voluto e desiderato , che saranno valorizzati nella loro sensibilità educativa, nella loro attenzione al vero protagonista della loro classe: lo studente.
Questo dovrà avvenire. Questa è l’unica vera alternativa possibile
Una scuola che unisca il fare pratico Montessoriano e il digitale del nuovo Millennio
La rivoluzione sarà e deve essere proprio quella della massima integrazione possibile tra ciò che adesso vediamo e viviamo come una inconciliabile dicotomia: il fare pratico e il digitale.
I bambini di oggi sono bambini del fare, così come lo sono sempre stati. Sono i figli della Montessori, bambini che pensano facendo, toccando, sperimentando, che utilizzano le mani, gli oggetti, la concretezza, i colori, i materiali. Ma sono anche i figli del nuovo Millennio. Figli della digitalizzazione, che , come tutte le cose, deve esser strumento al servizio dell’uomo e non schiavizzarlo.
Sono i bambini del Lego, così come di Minecraft. Sono i bambini della pittura libera nel Closlieu di Stern, tanto come lo sono dei musei visitabili tramite web. Sono bambini delle cartine geografiche realizzate con cartapesta e colore, così come lo sono della geografia satellite e dei documentari dei National Geographic. Sono i bambini che sperimentano i vulcani con il bicarbonato e che si appropriano alla scienza appresa tramite il Web . Sono i bambini che imparano a leggere da soli con le lettere di legno, ma anche tramite touchscreen
Sono bambini che hanno e avranno sempre di più la capacita di utilizzare il digitale per imparare e sperimentare la pratica e che avranno sempre di più la competenza di integrare diverse modalità di conoscenza strumenti di apprendimento di molteplice tipologia, ma che devono e dovranno avere come unico criterio quello dell’esser al servizio dello stile, del temperamento, della creatività, delle idee dei bambini stessi. Unici protagonisti del loro sapere.
Affinché siano davvero protagonisti attivi e produttivi e non meri esecutori di processi imposti e uniformati. Non soggetti passivi compilatori di schede e fotocopie.
Una rivoluzione didattica e di materiali
Meno spreco di carta e maggior utilizzo di materiali durevoli e di maggior impatto su memoria e processi. Eliminare libri e banchi. Mettere in comune materiali, colori, pastelli, matite, e non comprare inutili astucci o cartelle dispendiose, faticose, piene di pesi vuoti di valore.
Vivere la classe con pochi bambini e tante idee. Svuotare la classe di pesantezza e di cattedre
Eliminare le video lezioni dove l’unico protagonista è l’insegnate e la sua schede. Ma utilizzare il web per fare, agire, creare Strumenti economici perché durevoli e utili per sempre. Ecologici perché non stampati su quintali di carta. Meno sprechi, meno pattumiera. Tanto legno che dura per sempre
Tante idee, tante pensiero, tanto dialoghi
Questa è la scuola del futuro. Passione, lavoro di ricerca personale, lavori di gruppo. Tablet per tutti, Lim per tutti, materiale Montessori e Steineriano per tutti. E ginnastica, musica, arte, teatro, sport, artigianato… tutto dovrebbe essere compreso nella scuola moderna. Dove i bambini, in piccoli gruppi potranno alternare tutte le materie e attività tutto il giorno con grande divertimento, arricchimento, serenità
Che poi, se dovranno usare mascherine ancora per un po’, che esse siano colorate, lavabili, personalizzabili e divertenti. Perché dare fiducia ai bambine e al futuro è ciò che questo virus ci deve insegnare. Mettere loro al centro del nostro futuro.
Ma dobbiamo anche iniziare a pensare. Pensare davvero.
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